Alpi e cambiamenti climatici, ricerca europea sulla resilienza dei pascoli

Proteggere le risorse destinate al pascolo alpino dai rischi legati ai cambiamenti del clima, salvaguardare la biodiversità degli ecosistemi e valutare possibili strategie di adattamento. Sono alcuni fra gli obiettivi del progetto europeo “Pastoralp” coordinato dal Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente.

Proteggere le risorse destinate al pascolo alpino dai rischi collegati ai cambiamenti del clima,  salvaguardare la biodiversità degli ecosistemi in un’area dove, nel corso di un secolo, le temperature sono aumentate oltre il doppio rispetto alla media mondiale, valutare possibili strategie di adattamento attraverso la collaborazione delle comunità locali. Sono questi alcuni degli obiettivi di “Pastoralp” il progetto, finanziato nell’ambito del programma europeo Life con oltre 1.380mila euro e di cui l’Ateneo fiorentino è capofila. Pastoralp si concentrerà su due parchi nazionali transfrontalieri – Parc National des Ecrins in Francia (91mila ettari e una popolazione rurale di 16mila persone ) e Parco Nazionale Gran Paradiso in Italia (71mila ettari e una popolazione rurale di oltre 8mila persone) – e richiederà cinque anni di lavoro a partire dal prossimo ottobre.

Parco Nazionale del Gran Paradiso

Le risorse destinate al pascolo alpino sono ecosistemi assai complessi capaci di fornire una grande varietà di servizi come la produzione di cibo e foraggio,  la salvaguardia della biodiversità vegetale e animale, la protezione dei versanti dall’erosione e dagli incendi, la fruibilità turistica del territorio, la conservazione dell’identità storico-culturale delle comunità locali, oltre alla mitigazione dei cambiamenti del clima attraverso lo stoccaggio di carbonio atmosferico – spiega Marco Bindi, prorettore alla ricerca di Unifi e responsabile scientifico del progetto –  Il clima cambia così rapidamente da non permettere al patrimonio vegetale, soprattutto ad alta quota dove il valore naturalistico è altissimo, di sviluppare strategie adattative se non vengono intraprese opportune misure di gestione”.

Pascolo alpino

In Pastoralp – prosegue Bindi – convergono per la prima volta due filoni di ricerca attivi all’interno del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA): uno riguardante l’ambito pastorale e l’agronomia montana, l’altro legato alla modellistica e ai cambiamenti climatici. L’integrazione di queste due linee di ricerca e il coinvolgimento di due parchi nazionali di due paesi diversi sono stati forti elementi a favore del finanziamento del progetto”.

Il primo punto della ricerca consisterà nella mappatura dei pascoli alpini nelle due aree protette e il reperimento di dati territoriali. Completata questa fase, le informazioni raccolte serviranno per valutare la vulnerabilità delle risorse destinate al pascolo attraverso l’utilizzo di modelli. Questo consentirà, attraverso l’individuazione di indicatori agro ambientali e socioeconomici,  di analizzare le variazioni della distribuzione e composizione delle superfici occupate da prati e pascoli in funzione dei cambiamenti climatici futuri. In collaborazione con le comunità locali, fin dalle prime fasi del progetto, verranno poi messe a punto nuove strategie di adattamento per far fronte agli scenari climatici attesi e mitigarne gli effetti negativi. Le pratiche gestionali che risulteranno maggiormente idonee ed adeguate in termini di produttività, vegetazione e ambiente saranno testate in aree pilota permanenti in modo che possano essere diffuse attraverso la promozione di laboratori a cielo aperto.

Il progetto si propone infine di produrre delle linee guida da mettere a disposizione dei tecnici e decisori politici nonché di realizzare una piattaforma online (Pastoralp platform tools) per favorire la conoscenza delle strategie di adattamento individuate e la loro diffusione anche in altri contesti alpini.

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