Circa l’85% dei pazienti affetti da psoriasi, malattia infiammatoria cutanea, soffre di una sensazione di prurito che può influenzare in maniera decisamente negativa la loro qualità della vita.
Un team di ricerca internazionale coordinato da un gruppo di scienziati dell’Università di Firenze ha scoperto che una piccola molecola di RNA prodotta dal nostro organismo (miRNA-203b-3p) e presente in maggiore quantità nella cute di pazienti affetti da psoriasi, è responsabile del prurito tipico di questa malattia.
Lo studio, pubblicato su Journal of Investigative Dermatology, è stato coordinato dai farmacologi Francesco De Logu e Romina Nassini del Dipartimento di Scienze della Salute [“miRNA-203b-3p induces acute and chronic pruritus via 5-HTR2B and TRPV4” DOI: 10.1016/j.jid.2022.08.034].
“La molecola – spiegano De Logu e Nassini – prodotta in eccesso dalla cute malata, attiva una proteina canale, il TRPV4 (appartenente alla stessa famiglia del più noto TRPV1, responsabile della sensazione piccante del peperoncino), generando la sensazione di prurito”.
Mediante l’utilizzo di vettori virali basati su una tecnologia simile ai vaccini per il COVID-19, il team di ricerca è riuscito a disattivare (silenziare) il canale TRPV4 dai neuroni responsabili del prurito così riducendo fortemente la sensazione.
“Futuri farmaci biotecnologici diretti contro specifici bersagli endogeni – concludono De Logu e Nassini – permetteranno lo sviluppo di terapie mirate in grado di attenuare i sintomi con un ridotto rischio di effetti indesiderati”.
Nella foto di copertina, a partire da sinistra, Antonia Romitelli, Mustafa Titiz, Gaetano De Siena, Francesco De Logu, Matilde Marini, Pierangelo Geppetti, Romina Nassini, Daniel Souza Monteiro de Araujo, Elisa Bellantoni, Martina Chieca