Valutare il contenuto quali-quantitativo di specialità medicinali a base di farmaci biologici dopo l’apertura della confezione, in modo da evitare sprechi e rendere più flessibile la calendarizzazione delle somministrazioni. Questo l’obiettivo del progetto “SoFar“, coordinato da Sandra Furlanetto e Benedetta Pasquini, rispettivamente docente e ricercatrice di Chimica Analitica del Dipartimento di Chimica.
Lo studio, prossimo alla partenza, ha ricevuto un finanziamento di 40mila euro dalla Fondazione Biagioni Borgogni, impegnata al fianco della ricerca attraverso il sostegno di progetti che possano migliorare la qualità della vita e l’accesso alle cure.
La ricerca Unifi si occuperà di verificare se e per quanto tempo farmaci di natura biologica come gli anticorpi monoclonali, impiegati in particolare nelle terapie oncologiche, conservino stabilità – e quindi efficacia – dopo l’apertura della loro confezione.
“I risultati di questo studio potrebbero rivelarsi preziosi sia in termini sociosanitari che in termini economici – spiegano le ricercatrici Unifi -. Al momento, i residui di farmaco nelle confezioni aperte non sempre sono utilizzati e spesso vengono eliminati proprio perché non se ne conosce interamente la stabilità. Se venisse accertata l’efficacia anche dopo pochi giorni l’apertura, il paziente non sarebbe più costretto ad assumere il farmaco unicamente in una data ‘fissa’ e le Unità dei Farmaci Antiblastici (UFA) potrebbero organizzare le preparazioni delle terapie oncologiche in un setting più efficace”.