Tumore del colon retto, la mutazione di un gene influenza la risposta ad alcuni tipi di chemioterapia

Il team Unifi, guidato da Lorenzo Antonuzzo, ha partecipato a uno studio internazionale pubblicato su Nature Medicine, che ha individuato come una mutazione genetica sia in grado di predire la risposta ad un certo tipo di chemioterapia in pazienti affetti da carcinoma del colon retto metastatico pretrattati.
Campione istologico di adenocarcinoma del colon
Campione istologico di adenocarcinoma del colon

Uno studio multicentrico internazionale, con la partecipazione dell’Ateneo fiorentino, segna un passo in avanti nella lotta al tumore del colon retto, uno dei più diffusi sia nel genere maschile che femminile.

Il lavoro – pubblicato su Nature Medicine e guidato da The Netherlands Cancer Institute, Imperial College e The Institute of Cancer Research di Londra – ha scoperto l’associazione fra la mutazione G12 sul gene KRAS e la mancata risposta ad un certo tipo di chemioterapia per pazienti affetti da carcinoma del colon retto metastatico pretratti (“Codon-specific KRAS mutations predict survival benefit of trifluridine/tipiracil in metastatic colorectal cancer” DOI: https://doi.org/10.1038/s41591-023-02240-8). All’indagine, svolta attraverso analisi molecolari, ha contribuito il team di Lorenzo Antonuzzo (Dipartimento Unifi di Medicina sperimentale e clinica – SODc di Oncologia Clinica dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi) coinvolto nella ricerca per la casistica dei pazienti seguiti dal Centro Oncologico di Careggi e per l’alta esperienza nella conduzione di studi clinici sperimentali.

Lo studio è stato effettuato dapprima sui dati genetici estratti da un database pubblico relativi a 37 pazienti e successivamente sui dati clinici di 960 pazienti di centri medici italiani e inglesi.

“Per la prima volta, si è dimostrato che per determinate tipologie di trattamenti chemioterapici – spiega Lorenzo Antonuzzo – le mutazioni KRAS-G12 comportano un mancato beneficio della terapia: per questo lo studio fornisce un contributo fondamentale nella selezione del paziente da candidare o meno a specifiche tipologie di chemioterapia di terza linea e permette di evitare inutili effetti collaterali per i pazienti che non beneficiano del trattamento e che potranno essere indirizzati verso altre terapie”.


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