Cosa può condurre meglio di un superconduttore?
Alla domanda risponde lo studio pubblicato su Physical Review Letters, che vede come prima autrice una neodottoressa di ricerca Unifi.
Alla domanda risponde lo studio pubblicato su Physical Review Letters, che vede come prima autrice una neodottoressa di ricerca Unifi.
Uno studio del Dipartimento di Scienze della Terra ha indagato la natura degli elementi presenti in quantità infinitesimale nei quasicristalli naturali, fornendo nuove informazioni che confermano le straordinarie caratteristiche di questi minerali.
Secondo uno studio pubblicato da Plos One a cui ha collaborato l’Ateneo fiorentino, la pratica dell’esercizio fisico avrebbe potuto evitare il 21% di casi gravi di stress e disagio psicologico
Una ricerca del Dipartimento di Fisica e Astronomia spiega come ottimizzare l’addestramento delle reti neurali utilizzate negli algoritmi di machine learning.
Secondo una ricerca a cui ha collaborato l’Ateneo più del 60% della biomassa è esposta a rischi connessi a incendi, infestazioni di insetti e tempeste di vento. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Scoperta proprietà del nuovo stato quantistico della materia. Ricerca su Science dell’Ateneo, insieme al Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (Lens) e Cnr-Ino.
Gli sviluppi delle biotecnologie e della biologia molecolare riportano d’attualità la ricerca farmaceutica che prende spunto da prodotti naturali. Ne parla su Nature Reviews Drug Discovery uno studio con il coordinamento di Claudiu Supuran, docente Unifi di Chimica farmaceutica.
Uno studio in collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze, area del farmaco e salute del bambino di Unifi, l’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa e l’Ateneo pisano rivela come comunichino tra loro i meccanismi cerebrali tra aspettativa e sorpresa.
Uno studio fiorentino pubblicato sul “Journal of Hepatology” e finanziato dalla Fondazione AIRC ha evidenziato la centralità di una molecola nell’evoluzione di uno dei tumori più pericolosi per il fegato
Il primo studio genomico sui fagioli antichi, di cui ha fatto parte l’Ateneo, rivela che tra 600 e 2500 anni fa gli antichi agricoltori delle Ande selezionavano i legumi, preservando la variabilità genetica.