Classificata ufficialmente la meteorite Cavezzo

La Meteoritical Society ha ufficialmente riconosciuto la denominazione e la classificazione della meteorite, rinvenuta in Emilia Romagna a gennaio di quest’anno, proposta dai ricercatori del Centro di Servizi di Microscopia e Microanalisi Unifi. Le prime analisi chimiche evidenziano alcune peculiarità chimiche.
frammenti meteorite cavezzo

Si chiama ufficialmente “Cavezzo” la meteorite caduta lo scorso Capodanno in provincia di Modena, dal nome della località in cui i frammenti del corpo celeste furono rintracciati. Lo scorso 5 settembre, la Nomenclature Committee della Meteoritical Society ha formalmente approvato la denominazione e la classificazione proposte dai ricercatori fiorentini.

La meteorite era stata avvistata lo scorso 1 gennaio dalla rete di telecamere di Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera) dell’INAF, che ne aveva tracciato la traiettoria rendendo così possibile l’identificazione dell’areale di caduta. Grazie a tali rilevamenti, qualche giorno dopo erano stati rinvenuti due campioni, prontamente analizzati presso il Centro di Servizi di Microscopia e Microanalisi (MEMA) dell’Università di Firenze e classificati come condrite del gruppo L5-an, ossia caratterizzata da forti peculiarità che la rendono anomala rispetto al gruppo di appartenenza. È finora unica nel suo genere tra le oltre 64.000 meteoriti catalogate.

“La particolarità di questa meteorite è dovuta a vari fattori tra cui la forte dicotomia fra la composizione dei silicati e la esigua quantità di metallo nonché la rilevante presenza di clinopirosseni – spiega il responsabile delle indagini Giovanni Pratesi, presidente del MEMA e docente di Geologia planetaria del Dipartimento di Scienze della Terra -. Ma la caratteristica più sorprendente è la marcata differenza minero-petrografica che si riscontra nei due frammenti rinvenuti».

Lo studio dei frammenti ritrovati, tuttora in corso presso i laboratori Unifi e altri laboratori europei, tra cui quelli della Open University e dell’ETH di Zurigo, potranno fornire nuove e importanti informazioni sulla formazione ed evoluzione del Sistema Solare.

Guarda il video sul suo ritrovamento e sulle analisi del MEMA


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