La doppia sfida del NEUROFARBA: terapie innovative per bambini e anziani

L’obiettivo del progetto selezionato dal MUR sarà potenziare attività di ricerca verso soluzioni farmacologiche dedicate alle età fragili
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Il Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino festeggia i dieci anni di attività entrando nel pantheon dei “Dipartimenti di eccellenza” selezionati dal Ministero dell’Università e della Ricerca per il quinquennio 2023-2027.

Tenendo comunque conto dell’anima multidisciplinare del NEUROFARBA, l’aspetto trainante del progetto selezionato dal MUR  – per il quale è stato concesso un finanziamento di 9 milioni e 350mila euro – e intitolato “Nuove strategie metodologiche: una sfida per lo sviluppo di una terapia individuale dei pazienti in età fragile”, sarà lo sviluppo di nuovi approcci farmacologici.

L’obiettivo sarà potenziare l’attività del dipartimento verso soluzioni terapeutiche innovative legate alle età estreme e fragili della vita: infanzia e vecchiaia. Tale indirizzo scientifico deriva dall’expertise neurologico del dipartimento, che presta appunto molta attenzione alle malattie dell’anziano, e da quello pediatrico, che coinvolge sul versante universitario numerosi professionisti afferenti agli ospedali Careggi e Meyer. Entrambe le attività saranno supportate dalle rilevanti competenze psicologiche presenti nella compagine dipartimentale.

In particolare, il progetto intende fornire una risposta appropriata alle particolari esigenze terapeutiche del bambino: considerati spesso piccoli adulti, la farmacologia rivolta ai più piccoli risulta particolarmente scarsa e poco mirata, prospettando soluzioni mediche “di ripiego” destinate agli over 16.

“In primo luogo – spiega Lorenzo Di Cesare Mannelli, delegato alla ricerca del dipartimento – punteremo a individuare le nuove terapie partendo dallo studio di fisiopatologia e sistemi human based, svincolandosi dal ricorso ai test sugli animali. Una scelta che, oltre al valore etico, permette di avvicinarsi a risultati più pertinenti alla natura umana. Nel concreto, poi, NEUROFARBA svilupperà sistemi in vitro costituiti da cellule staminali e colture bi/tridimensionali, così da riprodurre piccoli organi, componenti di organi o tessuti – definiti organ on a chip – messi in contatto attraverso fluidi che scorrono da un sistema all’altro. In questo modo, verrà creato un sistema in vitro caratterizzato da una rilevante complessità e soprattutto di derivazione umana”.

La ricerca sarà centrata sull’analisi delle malattie e sull’individuazione di terapie che comprendano la farmacologia classica basata su piccole molecole ma anche l’evoluzione verso farmaci innovativi derivanti dalle biotecnologie: anticorpi monoclonali e farmaci a Rna, ossia la base tecnologica sulla quale sono stati realizzati i vaccini anti Covid.

Vogliamo gettare le basi di una terapia centrata sulla patologia da colpire e al contempo personalizzata sulle esigenze del paziente, in modo da massimizzare la specificità di intervento. I nostri studi in vitro potrebbero portare a farmaci capaci di incidere su una determinata popolazione cellullare o su un determinato organo, riducendo gli effetti collaterali sul resto dell’organismo.

Ovviamente – e qui arriviamo all’aspetto tecnologico del progetto – si renderà necessaria l’implementazione delle apparecchiature, con potenziamento degli strumenti di imaging e di funzione, nonché l’assunzione di personale ricercatore e tecnico qualificato per le operazioni.

Oltre alla ricerca, il progetto è focalizzato sulla parte didattica. È in cantiere l’attivazione di un dottorato riferito all’età evolutiva. Il progetto di NEUROFARBA, poi, offrirà l’opportunità ai giovani ricercatori di lavorare su tematiche ancora poco definite e d’avanguardia, in modo da diventare figure specializzate importanti per l’attività di Unifi e che avranno le carte in regola per operare in ambiti esterni all’università, in Italia o all’estero. Non va dimenticato, infine, l’impegno nella Terza Missione, nella produzione di brevetti e in attività di trasferimento tecnologico.

“Puntiamo a realizzare una ricerca che possa richiamare l’interesse di soggetti esterni – il direttore del dipartimento Carlo Dani – e attirare finanziamenti istituzionali e privati, così da poter continuare le attività del progetto oltre l’orizzonte temporale dei prossimi cinque anni. Sarà molto difficile giungere a uno strumento terapeutico completo, tuttavia il NEUROFARBA può ambire in questi cinque anni a porre solide basi teoriche per individuare i passi da compiere e i ‘bersagli’ da colpire. Vogliamo creare entro il 2027 – conclude – un centro di dialogo sul territorio tra pazienti, ospedali, strutture terapeutiche e aziende farmaceutiche. Il dipartimento potrà diventare un riferimento regionale e nazionale sugli approcci innovativi per la produzione di nuovi farmaci”.

 


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