L’Ateneo fiorentino partecipa al PRIN “Il tempo dei castelli: Ricerche multidisciplinari per una nuova cronologia dei cantieri di incastellamento (XI-XII secolo)“, condotto dall’Università di Siena e realizzato insieme all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e all’Università di Torino. Il progetto studia la cronologia dell’incastellamento di numerosi siti in Toscana, Liguria e Piemonte, per dare un nuovo contributo alla definizione di tali cronologie attraverso una strategia di indagine multidisciplinare mai applicata in Italia in maniera sistematica.
Una delle principali criticità è che, nella maggior parte dei casi, non è stata ancora determinata una datazione dei cantieri di incastellamento. Stabilire una cronologia rappresenta un punto nodale nell’ambito storico e archeologico, in quanto tra la seconda metà del XI e la fine del XII secolo si passò dalle fortificazioni prevalentemente edificate in legno a insediamenti in pietra e malta, dotati di residenza signorile e borgo.
Lo studio iniziato nel 2022 consiste nell’individuare e campionare un significativo numero di malte storiche di castelli della Toscana, Liguria e Piemonte, che attualmente sono attribuite a un periodo compreso tra la seconda metà XI e fine XII secolo, solo da studi storici e archeologici.
Su queste malte sono state effettuate analisi archeometriche, che si fondano sull’applicazione di diverse discipline scientifiche per determinare la provenienza delle materie prime, le loro caratteristiche, la tecnologia di produzione e l’individuazione dei campioni organici ed inorganici più idonei per la datazione al radiocarbonio (14C), da confrontare con i dati storici ed archeologici finora acquisiti.
Per quanto riguarda la regione Toscana la ricerca multidisciplinare è stata condotta sui castelli di Rocca San Silvestro (Campiglia Marittima – Livorno), di Cugnano (Monterotondo Marittimo – Grosseto), di Rocchette Pannocchieschi (Monterotondo Marittimo – Grosseto), di Sassoforte (Roccastrada – Grosseto), di Donoratico (Livorno), di Castiglion Fiorentino (Arezzo), di Montecchio Vesponi (Arezzo), di Capolona (Arezzo), di Montarrenti (Siena) e di Miranduolo (Siena).
“I ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra (DST) si sono occupati dello studio geologico del territorio in cui i castelli erano localizzati, per individuare le materie prime utilizzate nella realizzazione dei manufatti, e dello studio minero-petrografico e chimico, per la caratterizzazione delle malte antiche” spiega Carlo Alberto Garzonio, docente di Geologia applicata del Dipartimento di Scienze della Terra (DST), coordinatore del team Unifi, a cui è ora subentrato Emanuele Intrieri. “Inoltre – aggiunge – gli studiosi dell’Ateneo hanno selezionato le componenti inorganiche delle malte più idonee alla datazione con il metodo del radiocarbonio”.

“È la prima volta che viene eseguita una ricerca di questo tipo sui castelli medievali. Riuscire a definirne in maniera assoluta la datazione è importante da vari punti di vista, storico, archeologico ed economico, per inquadrare quel periodo storico. La procedura che abbiamo messo a punto – conclude Garzonio – avrà sicuramente una prospettiva futura e potrà essere applicata anche alle malte di altri siti archeologici ed architettonici, risultando determinante in ulteriori filoni di ricerca”.
Nell’ambito del progetto PRIN è stata organizzata dal Dipartimento di Scienze della Terra, lo scorso 14 gennaio a Firenze, una giornata di ricerca con ospiti italiani e internazionali intitolata “Le malte e la datazione: le materie prime utilizzate nella produzione delle malte e la loro influenza per la datazione con il metodo del radiocarbonio”. A curare l’evento sono state Elena Pecchioni e Sara Calandra – rispettivamente responsabile tecnica-geologa e assegnista di ricerca, che hanno partecipato al progetto insieme alla responsabile-tecnica geologa Teresa Salvatici – con il supporto di Carlo Alberto Garzonio e del team Laboratorio Materiali lapidei e Geologia Applicata, dell’ambiente e del paesaggio (LAM) del DST
La giornata ha permesso il confronto tra alcuni dei maggiori esperti sul complesso tema della datazione delle malte antiche tramite il metodo del radiocarbonio, con l’obiettivo di esplorare nuove domande e possibilità di ricerca, in particolare valutare come le materie prime impiegate nella produzione delle malte influenzino l’applicazione del metodo.