L’Università per il territorio: il contratto di fiume

Le esperienze del Dipartimento di Architettura (DIDA) a fianco di soggetti pubblici e privati per la gestione integrata e la fruizione dei corsi d’acqua toscani.
Archivio fotografico 123rf.com - Riproduzione riservata
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Spesso siamo abituati a pensare ai corsi d’acqua come a pericoli da gestire o beni naturali da preservare dall’inquinamento. Ben più di rado le città e i paesi percepiscono i fiumi come risorse, opportunità per la qualità della vita e il benessere del territorio e della comunità che lo abita.

Da questa intuizione è nata da anni un’azione molto intensa sviluppata dal Dipartimento di Architettura (DIDA) che ha come orizzonte progettuale il “contratto di fiume”, un accordo fra i soggetti pubblici e privati che ruotano attorno alla vita di un fiume, con lo scopo di perseguire molteplici obiettivi: sicurezza, mitigazione e prevenzione dei rischi, riequilibrio ambientale e valorizzazione paesaggistica, uso sostenibile delle risorse e fruizione turistica.

In numerosi casi l’Università di Firenze, attraverso i suoi urbanisti e architetti – precursore in questo settore è stato Alberto Magnaghi -, si è posta come interlocutore qualificato e soggetto intermediario fra la Regione Toscana e i comuni interessati, producendo progetti partecipativi che hanno coinvolto o stanno coinvolgendo direttamente le popolazioni. Così è stato, ad esempio, per il Contratto di fiume Arno e per il suo affluente, il torrente Pesa. E così sarà per i nascenti contratti di fiume Elsa, altro affluente dell’Arno, e per il torrente La Lama, nel comune di Asciano (Siena). Attualmente il Dipartimento di Architettura è impegnato anche sul contratto di fiume Ombrone, oggetto di un processo partecipativo che nel 2017 ha ottenuto un cofinanziamento della Regione Toscana.

Un momento della Summer School svoltasi a Buonconvento
Un momento della Summer School svoltasi a Buonconvento

“Diversamente da altri percorsi che hanno portato a contratti di fiume, in questo caso l’iniziativa è partita dal basso, direttamente dalla popolazione – spiega Valeria Lingua, docente di Urbanistica e coordinatrice del percorso insieme a Francesco Collotti, Giuseppe De Luca e Carlo Pisano -, in conseguenza del forte disagio subito in occasione delle esondazioni dell’Ombrone avvenute nel 2013 e nel 2015. Le persone hanno avvertito l’esigenza di prendersi cura anche direttamente delle tematiche riguardanti la gestione del fiume, superando una percezione del fiume come pericolo per pensare alla sua valorizzazione”. Questo intento è stato raccolto da un Comitato locale che ha proposto alla Regione, con il supporto del DIDA, il processo partecipativo ‘Osiamo! Verso il contratto di fiume Ombrone’ con lo scopo di favorire una politica integrata riguardante il bacino del secondo fiume della Toscana, che nei suoi 145 km di percorso attraversa le provincie di Siena e Grosseto. Il progetto ha coinvolto, oltre alla Provincia di Siena, diversi comuni, fra cui in particolare quelli di Buonconvento (Siena) e Cinigiano (Grosseto).

A seguito di questo progetto, confluito nella firma del protocollo di intesa per il Contratto di Fiume Ombrone, è seguito il progetto “Osiamo! Le giovani generazioni verso il contratto di fiume Ombrone”, mirato all’educazione e alla sensibilizzazione delle giovani generazioni. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena (progetto “Sienaindivenire 2018”), vede la partecipazione del laboratorio Regional design del Dipartimento fiorentino di Architettura (DIDA) e del laboratorio Ladest dell’Università di Siena: parte dal riconoscimento del fiume come “luogo identitario” e si declina in cinque azioni volte ad aumentare la conoscenza e individuare nuove forme di fruizione  del patrimonio naturalistico (accessibilità degli argini, pesca, navigazione, trekking, ippovie) e delle relative strutture artistiche e architettoniche presenti nel territorio, con una particolare attenzione alla partecipazione giovanile di tutte le età, dalla scuola primaria all’Università, attraverso i più moderni mezzi comunicativi (web, social network).

Fra le attività del progetto, dal 2 al 6 settembre si è tenuta a Buonconvento una Summer School – coordinata dal DIDA (laboratori Regional Design e DarMed) dal titolo “La porta del parco”. Il tema proposto è diventato l’occasione per pensare ad una rigenerazione urbana degli spazi dismessi o sottoutilizzati di Buonconvento, che per la sua posizione, costituisce idealmente la porta del parco fluviale dell’Ombrone. La presentazione dei lavori sviluppati nella Summer School sarà oggetto di un convegno in calendario sabato 21 settembre a Buonconvento (“Il contratto di fiume Ombrone, occasione di rigenerazione urbana” – ore 17 – Teatro dei Risorti, Piazza Garibaldi, 2).

 

 


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