Mappate le funzioni dell’intero genoma di un batterio, Sinorhizobium meliloti, simbionte delle leguminose, in grado di trasformare l’azoto atmosferico in forme di azoto assimilabili da parte della pianta. E’ il risultato di uno studio coordinato da un giovane ricercatore del Dipartimento di Biologia, George diCenzo, membro del team guidato da Alessio Mengoni e Marco Fondi, e pubblicato sulla rivista Plos Genetics (“Robustness encoded across essential and accessory replicons of the ecologically versatile bacterium Sinorhizobium meliloti”, doi: 10.1371/journal.pgen.1007357).
Il team del laboratorio di Genetica microbica Unifi, in collaborazione con i colleghi del Massachusetts Institute of Technology – MIT di Boston, della Brigham Young University (Utah) e della McMaster University (Canada), ha analizzato per la prima volta in modo sistematico il genoma del batterio, costituito da oltre 6000 geni, grazie a un’avanzata tecnica di dissezione genetica.
“La trasformazione dell’azoto da parte di questo tipo di batteri presenti nei suoli in cui si coltivano piante leguminose permette di risparmiare, nella sola Europea, oltre un milione di tonnellate di fertilizzanti azotati l’anno, con notevoli guadagni sia ambientali che economici – commenta Alessio Mengoni, docente di Genetica -. I risultati della nostra ricerca potranno essere la base su cui progettare miglioramenti biotecnologici del processo di azoto-fissazione – conclude il ricercatore -, che potrebbe aprire la strada all’uso di questo batterio, come fertilizzante naturale, anche per altre colture, come i cereali”.