Oli essenziali per combattere il biodeterioramento dei marmi del Duomo

La ricerca condotta dall’Università di Firenze, in collaborazione con Opera del Duomo e CNR, apre la strada a un metodo ecosostenibile per proteggere i monumenti lapidei

Alcuni fenomeni di deterioramento dovuti alla crescita e all’attività dei microrganismi su superfici lapidee potrebbero essere ‘curati’ con oli essenziali di timo e origano. È quanto emerge da una sperimentazione condotta da un team di ricerca coordinato dall’Università di Firenze, in collaborazione con l’Opera del Duomo, che ha permesso di arrestare, sulle aree oggetto dello studio, la crescita microbica responsabile dell’annerimento del marmo bianco di Carrara che riveste la Cattedrale fiorentina.

Lo riporta lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science of the Total Environment (“Essential oils to contrast biodeterioration of the external marble of Florence Cathedral”). A guidare il team interdisciplinare – con la partecipazione di ricercatori degli Istituti di Scienze del Patrimonio Culturale e di Bioscienze e Biorisorse del CNR – Brunella Perito e Alba Santo, rispettivamente docente di Microbiologia generale del Dipartimento di Biologia e ricercatrice di Petrografia del Dipartimento di Scienze della Terra.

“Sui marmi oggetto della sperimentazione – racconta Perito –, l’azione congiunta dei microrganismi, principalmente funghi neri e cianobatteri, aveva prodotto un tipo di annerimento del marmo bianco, che si sviluppa come una punteggiatura scura e diventa via via una patina più estesa”.

Su questo specifico fenomeno di biodeterioramento, il team ha sperimentato un trattamento di contrasto alla crescita microbica che fosse altrettanto sicuro e efficace, sul materiale lapideo, rispetto ai biocidi convenzionali utilizzati nel campo dei Beni Culturali, e al tempo stesso a basso impatto per l’ambiente e la salute umana.

“Grazie a precedenti studi basati sull’analisi microbiologica e del DNA ambientale e sull’analisi petrografica e microscopica, avevamo caratterizzato le popolazioni microbiche presenti sulle superfici esterne del monumento e documentato lo stato di salute del marmo – aggiunge la docente –. In questa nuova fase del nostro lavoro, e per rispondere a una richiesta dell’Opera del Duomo, abbiamo saggiato l’efficacia di oli essenziali, le cui proprietà antimicrobiche sono ben note e sfruttate da sempre nella medicina popolare. Proprietà che negli ultimi anni hanno destato interesse in diversi campi incluso quello della conservazione”.

La scelta è caduta su due fra gli oli essenziali più efficaci, quelli di timo e origano. “La sperimentazione preliminare eseguita in laboratorio con test di microbiologia e di colorimetria – spiega Santo – ha permesso di verificare che, applicati in una soluzione diluita, funzionano quanto i metodi a oggi utilizzati e non causano alterazioni all’aspetto del marmo”.

Successivamente il team ha applicato tale soluzione su alcune superfici limitate in due aree del ballatoio esterno del Duomo con diversa esposizione, a nord-ovest e a sud-est, e conseguente differente livello di umidità e di presenza microbica.

“I risultati ottenuti con questa prima sperimentazione indicano che gli oli essenziali sono buoni candidati come biocidi innovativi per superfici marmoree. È tuttavia necessaria ulteriore sperimentazione al fine di individuare le condizioni più idonee per la loro applicazione e per il miglioramento della loro efficacia. Per questo – conclude Perito –, continueremo la collaborazione con l’Opera del Duomo. Il nuovo trattamento, se sviluppato, potrà contribuire più in generale a combattere il biodeterioramento dei monumenti, che in ambienti urbani è particolarmente sviluppato”.


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