Torna al suo posto al Museo archeologico di Aleppo (Siria) un’antica statua, restaurata nell’ambito del progetto Still Standing promosso dal dipartimento SAGAS. Nato nel 2020, il progetto ha l’obiettivo di intervenire sul patrimonio archeologico monumentale conservato presso il museo nazionale, danneggiato durante la guerra civile siriana e tuttora collocato nell’edificio. Le prime due missioni sul campo, promosse e finanziate dall’Università di Firenze e dal Ministero Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, si sono svolte a marzo e a settembre di quest’anno e si sono concentrate sul restauro e ripristino di un particolare monumento: la statua di ‘Ain et-Tell (IX sec. a.C.).
“Questa statua ha alcune caratteristiche che la rendono non solo strettamente legata al patrimonio archeologico della città di Aleppo – spiega Marina Pucci del Dipartimento Sagas che ha diretto l’équipe Unifi – ma anche emblematica della originalità e peculiarità della produzione artistica della Siria del nord che la differenzia dalle coeve produzioni mesopotamiche o anatoliche. La statua infatti fu trovata alla fine degli anni sessanta durante la costruzione della centrale elettrica di Aleppo, in una zona parte integrante della città stessa, a tutt’oggi semiabbandonata in seguito ai profondi danneggiamenti subiti durante la guerra”. La figura era probabilmente collocata all’ingresso dell’insediamento antico dell’età del Ferro e raffigura un sovrano o governatore dell’area di Aleppo, in un periodo politico in cui la città faceva parte di entità politiche regionali. “Alta più di due metri raffigura – aggiunge Pucci – un individuo con elementi dell’abbigliamento e della decorazione che diventeranno tipici nelle raffigurazioni dei sovrani siro-ittiti, ed è uno dei pochi monumenti che attestano la potenza non solo religiosa ma soprattutto politica della città”.
Il manufatto era esposto nel cortile interno del museo archeologico di Aleppo fino al 2015 quando un ordigno è caduto vicino alla base della statua causandone il collasso, spezzandola in tre parti e danneggiando parte del volto. I frammenti immediatamente raccolti e messi in sicurezza dai funzionari del museo sono stati fino a quest’anno alloggiati nell’ala nord del Museo che è a tutt’oggi parzialmente inagibile a causa dei danneggiamenti e esclusa dalla parte espositiva.
L’equipe dell’Università di Firenze composta, oltre che da Marina Pucci, da Gianluca Buonomini (restauratore), Stefano Sarri (restauratore presso il Museo Archeologico di Firenze), Margherita Carletti (dottoranda), Corrado Alvaro (topografo) – a cui si aggiungono due studenti dell’università di Aleppo e lo staff del Museo Nazionale di Aleppo di cui è direttore Ahmed Othman – ha documentato, pulito, restaurato, e riallestito il monumento nella hall di ingresso del museo.
È stata realizzata, inoltre, la ripulitura e la nuova etichettatura degli altri monumenti nella stessa sala, sono stati collocati due pannelli esplicativi sul manufatto e sull’operazione di restauro; quindi la statua restaurata è stata ufficialmente presentata alla città, con la collaborazione e il supporto del Directorat Générale des Antiquitès et des Musées siriano. “Adesso la statua, emblema della comunità locale – sottolinea Marina Pucci -, riceve i visitatori del museo di Aleppo come un tempo riceveva chi entrava nell’antica città siro-ittita”.