Stromboli, i monitoraggi del Centro per la Protezione Civile Unifi

In seguito all’allerta rossa e il rischio tsunami a causa delle attività vulcaniche, si sono intensificati i controlli dei ricercatori e dei tecnici fiorentini. Impiegato uno speciale drone in grado di elaborare un nuovo modello digitale del vulcano

Il Centro per la Protezione Civile dell’Università di Firenze è impegnato sul vulcano Stromboli nelle attività di monitoraggio delle deformazioni della Sciara del Fuoco, una depressione formatasi circa 5.000 anni fa in seguito ad una frana. Sotto il coordinamento di Nicola Casagli, presidente del Centro e docente di Geologia applicata del Dipartimento di Scienze della Terra, le azioni dei ricercatori e dei tecnici fiorentini si sono intensificate in seguito dell’allerta rossa.

Un’immagine elaborata dal rilievo fotogrammetrico della Sciara del Fuoco, eseguito dal drone Unifi

“Già dal 23 giugno avevamo notato e segnalato nei bollettini strane accelerazioni di grandi masse in movimento localizzate nella zona craterica – afferma Casagli –. Nei primi di luglio si è verificata un’ingente frana di materiale, freddo e caldo, che è finito in mare ma fortunatamente non ha causato tsunami significativi. Ma il rischio che possa verificarsi un evento ben più grave è molto concreto e dovremo prestare la massima attenzione”.

L’osservazione dello Stromboli da parte del Centro per la Protezione Civile di Unifi è condotta sul campo dalla geologa Teresa Nolesini e dall’astrofisico Guglielmo Rossi. Proprio lunedì 15 luglio, sulla nave “Dattilo” della Guardia Costiera-Capitaneria di Porto, si è tenuto un tavolo tecnico durante il quale è avvenuta la presentazione dei monitoraggi condotti dal Centro.

Dal 2003 Unifi si occupa del monitoraggio radar delle deformazioni attraverso l’utilizzo di un interferometro radar, strumento capace di riprodurre in tre dimensioni le mappe delle deformazioni e di visualizzare gli effetti delle eruzioni, permettendo in particolare di individuare l’innesco delle frane sulla Sciara del Fuoco. Il Centro si è specializzato nel controllo di questa antica scarpata, perché nuove frane potrebbero appunto generare pericolosi tsunami.

“Stromboli è un vulcano sempre attivo. Attività effusive di colate di lava, associate a frane e colate rapide di materiale vulcanico (definite colate piroclastiche), si alternano a periodi relativamente tranquilli in cui avvengono piccole esplosioni poco significative. Adesso è fondamentale tenere sotto controllo la stabilità dei versanti dell’edificio vulcanico”.

Da sinistra: Carlo Tacconi Stefanelli, Guglielmo Rossi, Teresa Nolesini e Teresa Gracchi

I controlli del Centro per la Protezione Civile Unifi si avvalgono di un ulteriore dispositivo, fondamentale per attuare i rilievi in maniera tempestiva. L’Ateneo, infatti, ha acquistato recentemente con i fondi PNRR un drone VTOL ad ala fissa e a decollo verticale, in grado di elaborare un nuovo modello digitale del vulcano con tecniche fotogrammetriche avanzate. La squadra droni fiorentina, composta da Guglielmo Rossi, Carlo Tacconi Stefanelli, Teresa Gracchi, Teresa Nolesini e Giacomo Lazzeri, ha eseguito alcuni rilievi a cavallo dei due parossismi (le manifestazioni di maggiore intensità) avvenuti il 4 e l’11 luglio.

“Si tratta di uno strumento importantissimo, grazie al quale possiamo ottenere un quadro molto preciso della situazione nel giro di qualche ora – conferma il presidente del Centro –. Un’eruzione di queste dimensioni causa cambiamenti nella topografia dello Stromboli, soprattutto sulla Sciara del Fuoco e sui crateri. Per definire una stima delle masse in movimento e ipotizzare possibili frane capaci di generare tsunami è necessario avere una conoscenza accurata della topografia della zona. L’interferometro radar – prosegue – ci restituisce la mappa dei movimenti di materiale, ma a questa va associato un modello digitale del terreno per avere un’idea della quantità di masse che si possono mobilizzare”.

 


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