Un progetto internazionale contro la minaccia delle specie invasive

Si chiama ALIEM la rete internazionale - a cui partecipano anche ricercatori del Dipartimento di Biologia - che studia come contenere l'invasione di specie "aliene" nei nostri territori.
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Combattere la diffusione della Vespa velutina e del Punteruolo rosso delle palme, due fra le specie invasive che minacciano gli ecosistemi del Mediterraneo. E’ l’obiettivo del team di ricercatori del Dipartimento di Biologia coordinato da Rita Cervo e da Alessandro Cini, impegnato nel progetto ALIEM (Action pour Limiter les risques de diffusion des espèces Introduites Envahissantes en Méditerranée) finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma interregionale Italia- Francia Marittimo 2014-2020.

La rete di centri di ricerca e di istituzioni del progetto ALIEM nasce per monitorare e affrontare congiuntamente il fenomeno delle piante e degli insetti invasivi – riconosciute come la seconda causa di perdita di biodiversità dell’area mediterranea – , cercando le soluzioni per combatterli in modo ecosostenibile.

In particolare Cervo e Cini, assieme ai colleghi del Dipartimento di Biologia che da anni studiano queste problematiche, dovranno monitorare e proporre metodi per limitare la proliferazione dei due insetti, che da qualche anno hanno invaso anche varie regioni d’Italia.

La Vespa velutina è arrivata nello scorso decennio dalla Cina in Francia e da lì si è diffusa nel resto d’Europa e nel nostro Paese, dove minaccia le api e altri insetti impollinatori dei quali si nutre, danneggiando la biodiversità vegetale garantita dalle api stesse e il settore dell’apicoltura.

Il Punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) è un coleottero originario dell’Asia, si è diffuso in buona parte della Penisola e colpisce varie specie di palme. E’ responsabile del cambiamento del profilo di molte nostre città costiere, da Sanremo a Palermo. Desta allarme per il ruolo che potrebbe avere nella perdita della biodiversità dell’ambiente mediterraneo.

A questo insetto un team coordinato da Rita Cervo ha dedicato vari studi: ha analizzato, ad esempio, i meccanismi riproduttivi, per capire come arginare la proliferazione, attraverso un approccio innovativo, l’analisi delle reti sociali, usato di solito per studiare dinamiche complesse all’intero di società umane e i flussi di dati sui social network (cfr. Current Zoology, 85-97 |2015).

 

 

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