Un’iniziativa nata per sensibilizzare le persone più giovani, quelle che vivono nei contesti formativi, sui rischi legati alle violenze di genere. È FREASCO (Free from sexism and sexual harassment at school), progetto europeo coordinato dall’unità di ricerca del Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia (Forlilpsi) guidata da Irene Biemmi, che è stato finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza.
Il progetto avrà una durata biennale e ha ricevuto un finanziamento di oltre 350mila euro; coinvolge altre sei istituzioni partner di quattro paesi europei e si avvale della collaborazione di giovani ricercatori come Sara Guirado, assegnista di ricerca del Forlilpsi. Tra i suoi obiettivi, l’individuazione precoce e la segnalazione di episodi di sessismo e di molestie sessuali e la prevenzione della violenza che si verifica all’interno dei contesti scolastici e universitari attraverso lo sviluppo di sistemi e strumenti, che siano anche di supporto a scuole, famiglie e istituzioni per affrontare le diverse manifestazioni di violenza.
In particolare, il gruppo di ricerca si dedicherà allo sviluppo di strumenti di autovalutazione e di segnalazione da rendere disponibili online, all’elaborazione di guide e materiali informativi sulle diverse tipologie di rischi e sulle buone pratiche e alla creazione di forme di certificazione per le istituzioni che soddisfano standard legati alla protezione e alla tutela dalle varie forme di violenza di genere.
“La violenza di genere può manifestarsi sotto varie forme e nei contesti più disparati, come le scuole e le università – spiega Biemmi –. In tali contesti può realizzarsi in forme sottili, per esempio attraverso atti o minacce di natura psicologica, fisica, sessuale, e si può protrarre tacitamente nel tempo. Ciò può avvenire sia a causa degli stereotipi e dei pregiudizi che affliggono tali ambienti, sia per la scarsa rilevanza che viene data alle manifestazioni di violenza che avvengono in questi luoghi considerati, erroneamente, “protetti” da queste forme estreme di discriminazione di genere”.