Come erano fatte le prime stelle e come si sono formate le galassie alle origini dell’Universo, 13 miliardi di anni fa? Sono gli interrogativi su cui indagherà Stefania Salvadori, ricercatrice del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze, vincitrice di uno starting grant dell’European Research Council (ERC) per il progetto NEFERTITI (NEar-FiEld cosmology: ReTracing Invisible TImes).
“Dopo il Big Bang l’Universo era un mare oscuro di idrogeno e di elio – racconta Salvadori -, fino a quando non si è raffreddato e si sono formate le prime stelle e le galassie che sono progenitrici di quelle che vediamo adesso. Ma fossili di quelle antichissime stelle – prosegue la ricercatrice – rimangono ancora nell’alone ai confini della nostra galassia e nelle piccole galassie che le gravitano attorno”.
Durante il progetto – finanziato da ERC con circa 1,2 milioni di euro, della durata di 5 anni – il futuro team formato da Salvadori si occuperà dell’osservazione astronomica alla ricerca dei resti delle antiche stelle e della definizione di un modello teorico che permetta di ricostruire in modo sempre più accurato le proprietà e l’evoluzione di questi primi corpi celesti.
Trentanove anni, laureata a Firenze, Salvadori ha svolto ricerche al Kapteyn Astronomical Institute dell’Università di Groningen (Olanda) e all’Osservatorio di Parigi prima di tornare nell’Ateneo fiorentino nel 2017 grazie al programma Rita Levi Montalcini.
“Sfruttando i nostri modelli selezioneremo i migliori candidati stellari e osserveremo i rari fossili con spettroscopia ad alta risoluzione – spiega Salvadori -. Ricaveremo così indicazioni sulla composizione chimica delle tracce lasciate dalle stelle formatesi nel primo miliardo di anni di vita dell’Universo. Interpretando queste nuove osservazioni con i nostri modelli – conclude la ricercatrice – otterremo informazioni uniche sulla massa e sulle proprietà delle prime stelle, che ci aiuteranno a capire come sono nate le prime galassie”.
Sono otto complessivamente i progetti coordinati da ricercatori dell’Università di Firenze che sono stati finanziati in questi anni dall’European Research Council. (leggi di più)