Ancora non sono state chiarite completamente le cause dell’endometriosi, una malattia invalidante che colpisce circa il 10% delle donne in età riproduttiva, ma il gruppo di ricerca Unifi guidato da Chiara Donati, in collaborazione con il team di Felice Petraglia – entrambi del Dipartimento di Scienze biomediche sperimentali e cliniche “Mario Serio” -, ha individuato un nuovo biomarcatore dell’infiammazione all’origine della patologia, che potrebbe diventare il bersaglio per le future terapie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility .
“L’endometriosi è una malattia infiammatoria dipendente dagli ormoni sessuali e ha un grande impatto sulla qualità di vita delle donne – spiega Donati -. Per far luce sui meccanismi che scatenano la sua comparsa, ci siamo concentrati sul ruolo di una molecola, la sfingosina 1-fosfato, che ha un ruolo chiave nella comunicazione cellulare”.
La molecola è già nota per il suo ruolo nell’attivazione del processo infiammatorio che conduce alla fibrosi in organi come il rene, il polmone e il cuore. La fibrosi, che è un aspetto caratterizzante delle lesioni collegate alle varie tipologie di endometriosi, contribuisce a originare il dolore e l’infertilità che si associa alla patologia.
“Sebbene le patologie fibrotiche abbiano caratteristiche diverse – chiarisce la ricercatrice – hanno tutte in comune un quadro infiammatorio persistente, che stimola il rilascio di numerose molecole che agiscono come mediatori dell’infiammazione”.
I ricercatori hanno evidenziato per primi come l’alterato metabolismo di quella specifica molecola induca il processo di fibrosi che produce l’alterazione dei tessuti e della funzionalità dell’endometrio.
“Una volta chiarito nel dettaglio come sfingosina 1-fosfato contribuisce allo sviluppo delle lesioni endometriosiche – commenta Donati – avremo maggiori indicazioni per raggiungere l’obiettivo di una diagnosi e di un trattamento risolutivo”.