Per una gestione innovativa della risorsa acqua

Prende il via, coordinato da Unifi, il progetto AG-WaMED dedicato all’uso delle acque non convenzionali e degli invasi collinari in area mediterranea.
Invaso collinare presso la Tenuta il Poggione
Invaso collinare presso Tenuta il Poggione

L’utilizzo di acque non convenzionali, la raccolta di deflusso superficiale e acqua piovana, la desalinizzazione, l’utilizzo di acque reflue depurate e la ricarica della falda in condizioni controllate, rappresentano soluzioni per una gestione innovativa della risorsa acqua a fronte dei cambiamenti climatici dell’area mediterranea. In questo contesto, la ricerca sul territorio è fondamentale per affrontare le sfide legate alla gestione sostenibile della risorsa idrica in ambito agricolo e per usi multipli.

L’Ateneo è attivo sull’argomento e nell’ambito del programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) ha ricevuto un finanziamento di oltre un milione di euro per il progetto AG-WaMED (“Advancing non conventional water management for innovative climate-resilient water governance in the Mediterranean Area”), di cui è coordinatore.

Il progetto riunisce otto istituzioni accademiche dell’area mediterranea – oltre a Firenze , Universidad Politécnica de Madrid (Spagna), Institut des Régions Arides (Tunisia), Alexandria University (Egitto), Hellenic Agricultural Organization (Grecia), Université Larbi Tebessi de Tébessa (Algeria), Vrije Universiteit di Amsterdam (Olanda), Politecnico di Milano – con l’obiettivo di promuovere una governance innovativa e resiliente della risorsa idrica. Le attività scientifiche riguarderanno la modellizzazione idrologica di aree critiche nel bacino del Mediterraneo e la simulazione dell’utilizzo di tecnologie per la gestione delle acque non convenzionali. I risultati di queste ultime attività saranno elaborati e discussi in Living Labs, laboratori territoriali di confronto con i principali portatori di interesse, per rendere le soluzioni proposte veramente implementabili nei contesti delle realtà del progetto.

Il Living Lab Italiano è situato in Val d’Orcia ed è stato oggetto di una visita di campo all’interno del primo meeting internazionale di progetto, svoltosi dal 5 al 7 dicembre scorsi, in cui sono stati presi contatti con le aziende vinicole Banfi e Tenuta il Poggione.

“La Val d’Orcia  – spiega Elena Bresci, coordinatrice del progetto e del Water HarvestinLab di UNIFI – è una zona di produzione di eccellenza che negli ultimi anni è stata investita da diversi eventi siccitosi legati al cambiamento climatico. I piccoli invasi collinari, opere di water harvesting fondamentali per l’irrigazione delle coltivazioni in situazioni di emergenza, hanno rappresentato per molto tempo una risorsa per il territorio. In queste condizioni, tuttavia, sono necessarie strategie basate su ricerca scientifica e   innovazione per migliorarne la gestione, adattandola ai nuovi scenari e ai cambiamenti climatici in atto”.

“Esistono altri eventi più intensi – gli fa eco Giulio Castelli, membro del progetto – e comportano più erosione, che si manifesta con una sedimentazione  negli invasi collinari che ne riduce la capacità”.

Alla tre giorni è intervenuta anche la rettrice Alessandra Petrucci che ha sottolineato il ruolo del programma PRIMA nell’affrontare le sfide legate all’insicurezza alimentare e alla scarsità idrica. La rettrice ha ricordato anche che, di fronte al panorama preoccupante che si profila per i paesi dell’area mediterranea (cambiamento climatico, crisi geopolitica, scarsità di produzione agricole, indisponibilità di materie prime…), l’Italia e gli altri Paesi sono chiamati – con gli strumenti della ricerca e della cooperazione internazionale – ad adottare misure che tengano presente la correlazione tra salute del pianeta e il benessere delle persone.


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