La pratica della consociazione per un’agricoltura sostenibile

Un progetto coordinato dal Dagri si è aggiudicato un bando europeo per promuovere la tecnica della consociazione
Archivio fotografico 123rf.com - Riproduzione riservata
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Coltivare contemporaneamente due o più specie (preferibilmente legumi e cereali) nello stesso terreno allo scopo di aumentare la produttività del suolo e la qualità della coltura, abbattendo il ricorso a pesticidi, fertilizzanti e trattamenti antiparassitari. Sono numerosi i benefici ambientali ed economici offerti dalla tecnica della consociazione (intercropping), oggi ancora poco diffusa tra gli addetti ai lavori.

Promuovere la pratica dell’intercropping è lo scopo del progetto interuniversitario europeo “Legume-Cereal Intercropping for Sustainable Agriculture Across Europe” (LEGUMINOSE), coordinato dall’Ateneo fiorentino, vincitore di un finanziamento nell’ambito di Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027 (lo stanziamento ammonta a oltre 7 milioni di euro, di cui 1 milione e 100mila destinati allo stesso Ateneo fiorentino).

Il progetto – che può contare su numerosi partenariati in diversi paesi europei ed extraeuropei – ha avuto inizio nel mese di novembre e durerà quattro anni.

Ad oggi si registra una bassa accettazione da parte degli agricoltori europei della consociazione a causa di una preparazione professionale non sufficiente a comprenderne i vantaggi e soprattutto a gestirne l’attuazione – spiegano Giacomo Pietramellara e Shamina Imran Pathan del Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) – il progetto si propone di promuovere la conoscenza di questa tecnica evidenziandone le ricadute economiche, ambientali e sociali. Agli agricoltori sarà proposta l’adozione del modello di legumi e cereali che permette un notevole miglioramento in termini di efficienza nell’utilizzo dei nutrienti da parte delle piante

Grazie a una rete di 180 laboratori di campo in altrettante aziende agricole dislocate in diverse zone d’Europa e non solo (Egitto e Pakistan) – proseguono i due studiosi fiorentini – il progetto farà emergere, in particolare, come la riduzione di pesticidi, resa possibile da questa tecnica, migliori la salute del suolo e la qualità e salute delle colture”.

Lutilizzo del telerilevamento e di programmi di modellazione permetteranno di sviluppare modelli previsionali basati sull’intelligenza artificiale che aiuteranno gli agricoltori nel definire le strategie agronomiche di consociazione più rispondenti alle caratteristiche del contesto ambientale e del modello aziendale.


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