Messaggi in orbita, la ricerca Unifi nella missione spaziale D-Orbit

Diffondere messaggi di emergenza dallo spazio quando le infrastrutture di comunicazione terrestri sono fuori uso. C'è anche un esperimento sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria dell’informazione nella missione lanciata in orbita.
immagine www.dsat.space
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Diffondere messaggi di emergenza da un nano-satellite nello spazio quando le infrastrutture di comunicazione terrestri sono fuori uso. È il compito dell’esperimento SatAlert sviluppato da Dipartimento di Ingegneria dell’informazione (DINFO) e Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) per testare e validare un protocollo di comunicazione di emergenza.

L’esperimento fa parte della missione D-Sat, il lancio del primo satellite in grado di rimuoversi dall’orbita a fine vita in maniera controllata e diretta, grazie a un sistema propulsivo intelligente ideato dalla start up italiana D-Orbit.

La missione, che è partita alle 6 di questa mattina dal centro spaziale Satich Dhawan in India e che rimarrà in orbita un mese, ha più di un collegamento con l’Università di Firenze. D-Orbit è una delle startup ospitate dall’Incubatore Universitario Fiorentino dal 2012 e in questi anni ha operato in sinergia con l’unità di ricerca CNIT dell’Università di Firenze, composta da Luca Ronga e da Renato Pucci, e con il team del DINFO guidato da Enrico Del Re e composto da Sara Jayousi, Simone Morosi e Alessio Fanfani, dottorando Unifi ora, in forza a D-Orbit.

Una volta in orbita il satellite D-SAT testerà e validerà il protocollo di emergenza MAMES (Multiple Alert Message Encapsulation over Satellite), definito dall’European Telecommunications Standards Institute con l’obiettivo di incapsulare diversi formati di messaggi, inserendo varie informazioni utili alla segnalazione di allerta (come priorità, area di distribuzione geografica dall’evento catastrofico) e garantendone il trasporto anche su collegamenti limitati in banda, come quello satellitare.

D-Sat raccoglierà i messaggi di emergenza inviati dalla stazione di terra e dopo averli processati, li redistribuirà in broadcast simulando l’invio di un’allerta. I messaggi saranno aperti e decodificati da stazioni opportunamente configurate alla ricezione di MAMES. Tra i messaggi di allerta che D-Sat gestirà durante la missione ci saranno anche quelli relativi alle stime, effettuate in tempo reale, relative al tempo e al luogo di impatto sulla Terra del satellite nella fase di deorbitaggio.

“Il nostro esperimento – spiega Morosi – servirà a convalidare un tipico scenario di emergenza in cui le agenzie di protezione civile hanno bisogno di un sistema per distribuire istruzioni in area colpite da disastri naturali dove le infrastrutture terrestri hanno smesso di funzionare. Questo tipo di scenari – commenta il ricercatore – sta diventando sempre più comune, data la stretta correlazione tra i cambiamenti climatici e disastri naturali come uragani, incendi forestali, tornado, piogge torrenziali, e allagamenti”.

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