Pericolo asteroidi, Unifi nella missione HERA
L’Ateneo fiorentino contribuisce al programma dell’European Space Agency che investigherà il sistema asteroidale binario Didymos-Dimorphos
L’Ateneo fiorentino contribuisce al programma dell’European Space Agency che investigherà il sistema asteroidale binario Didymos-Dimorphos
Presentati i risultati di un esperimento internazionale coordinato dall’Ateneo, con la partecipazione di aziende biomediche e atenei europei e il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). I campioni biologici sono stati portati sulla Stazione Spaziale Internazionale e poi analizzati sulla Terra
Rinvenuto durante gli studi condotti sui frammenti di Suizhou da Luca Bindi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra
Ateneo fiorentino in “Space It Up!”, partenariato esteso Pnrr finanziato da ASI e MUR con 80 milioni di euro
Ateneo fiorentino capofila di un progetto europeo orientato a realizzare un dispositivo applicabile nello spazio e nella microcomponentistica elettronica. Alla base del funzionamento le antenne di batteri fotosintetici
I ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra hanno collaborato con l’Università di Bari agli studi dell’oggetto rinvenuto in Calabria, sul Monte Gariglione. I risultati delle analisi sono stati pubblicati sulla rivista Communications Earth & Environment
Marko Simonović, giovane studioso del Dipartimento di Fisica e Astronomia, è l’unico in Italia ad aver ricevuto quest’anno il “New Horizons in Physics Prize” nell’ambito dei Breakthrough Prize
Grazie al lavoro del consorzio europeo di cui fanno parte Agenzia Spaziale Italiana, Università di Firenze e Istituto Nazionale di Astrofisica, il progetto ha superato la Preliminary Design Review relativa alla messa a punto della strumentazione a bordo del satellite che sarà lanciato nel 2029
Al centro dell’esperimento “Suture in Space”, che si svolge sulla Stazione Spaziale Internazionale ed è coordinato dall’Ateneo
Lo studio del Dipartimento di Fisica e Astronomia, pubblicato da Nature Astronomy, permette per la prima volta di misurare l’espansione dell’Universo andando indietro nel tempo fino a circa un miliardo di anni dopo il Big Bang.