Pandemia, gli studenti raccontano il loro lockdown

Stati d’animo e valori emersi grazie allo storytelling, in una ricerca italiana che ha coinvolto anche gli studenti Unifi reclutati dai ricercatori del Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia.
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Come tutti gli altri italiani, durante il lockdown le studentesse e gli studenti universitari hanno vissuto sentimenti contrastanti ed è arrivato il momento di dar loro voce per rielaborare e attribuire un significato alla situazione di trauma collettivo vissuta anche da questa generazione. Lo ha fatto, con uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, un team italiano composto anche da ricercatori del Dipartimento di Formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia (FORLILPSI) Unifi.

I ricercatori del Forlilpsi Andrea Guazzini ed Elisa Guidi, con la collaborazione di Patrizia Meringolo, hanno coinvolto 56 studenti Unifi che insieme agli altri colleghi interpellati in tutta Italia hanno composto un gruppo di 568 persone invitate a raccontare emozioni e pensieri in merito alla propria esperienza di lockdown.

L’obiettivo dello studio è stato indagare le dimensioni del benessere, in termini di connessione emotiva e sociale, interazioni comunitarie, convivialità e partecipazione. Il team ha invitato i partecipanti a esprimersi grazie a un software che, utilizzando la tecnica dello storytelling, ha permesso di approfondire la connessione emotiva e le azioni condivise intraprese dai ragazzi durante i due mesi del lockdown del 2020.

Il campione, formato da 475 donne e 93 uomini, era composto da studenti appartenenti a 5 atenei italiani: oltre la metà di loro si trovava nel sud Italia (348), 159 dal Nord e 61 dal Centro; principalmente si tratta di persone che durante il lockdown hanno convissuto con i genitori.

“Grazie alla narrazione – spiega Andrea Guazzini, ricercatore di Psicologia sociale – i partecipanti hanno raccontato una serie di bisogni comuni, a partire da quello di connettersi, e hanno documentato di aver recuperato per questo alcune tradizioni, come giocare o cucinare insieme, e di aver messo in atto soluzioni creative, come i nuovi rituali ‘condivisi’, cantare o brindare a distanza. Ma hanno anche espresso – prosegue il ricercatore – l’approccio ai valori legati al senso di responsabilità, al rispetto dell’altro e alle regole del vivere in comunità”.

La pandemia inoltre, rivela lo studio, ha fatto emergere un rinnovato senso di “italianità” oltre le differenze regionali, e di solidarietà, acuito dalla sensibilità verso i problemi delle categorie più fragili e dal lutto collettivo per le vittime del virus. E se nelle narrazioni ricorrono sentimenti di speranza e di fiducia verso il prossimo e le istituzioni, emergono anche sentimenti opposti come reazione all’emergenza.

“La narrazione – conclude Elisa Guidi – ha offerto alle studentesse e agli studenti uno ‘spazio’ per dare voce alle proprie emozioni, attribuire un significato e rielaborare un evento traumatico, come è stato l’isolamento causato dall’emergenza COVID-19, e dimostra di essere un potente strumento per migliorare il benessere delle persone”.


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