L’asma fatale di Proust, tra letteratura e storia della medicina

Pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine un articolo a firma Donatella Lippi e Francesco Baldanzi: descrive le condizioni mediche dello scrittore e l'influenza che la malattia ebbe sulla sua produzione artistica
Ritratto di Marcel Proust (Jacques-Émile Blanche, 1892)

Letteratura e storia della medicina tornano a legarsi nella ricerca di Unifi, con l’articolo “Marcel Proust (1871–1922): a historico-medical review of his fatal asthma”, con primo nome la docente Donatella Lippi e, tra gli altri, il dottore di ricerca Francesco Baldanzi.

L’articolo è stato pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine e descrive le condizioni mediche dello scrittore e saggista francese Marcel Proust, mediante la ricostruzione dettagliata della sua storia di malattia e l’influenza che ebbe sulla sua produzione artistica (https://doi.org/10.1016/S2213-2600(25)00013-X).

“La ricerca ha consentito di rileggere la storia della malattia asmatica non solo in una prospettiva scientifica, dalla teoria nervosa all’asthme psychique, ma anche nella sua ricaduta individuale, attraverso la testimonianza dello scrittore stesso” spiega Donatella Lippi. La docente fiorentina, storica della medicina, ha approfondito sia aspetti inediti della malattia di Marcel Proust, insieme alla collega Barbara Innocenti – nel volume “Il ‘tono’ Proust. Dagli avantesti alla ricezione”, edito da Firenze University Press (2022) – sia l’opera del padre dell’artista, Adrien (1834 –1903), che fu medico e pioniere dell’igiene pubblica, autore di interessanti interventi contro la diffusione delle epidemie (https://doi.org/10.3390/vaccines10050644).

Proust aveva sofferto di attacchi ricorrenti di asma grave dall’età di 9 anni, sviluppando successivamente una malattia polmonare ostruttiva cronica, prima di morire di polmonite infettiva all’età di 51 anni. Cresciuto in una famiglia di medici (anche il fratello Robert era medico), Proust conobbe personalmente molti professionisti famosi, alcuni identificabili nei suoi scritti, avendo accesso così alla letteratura medico-scientifica più aggiornata.

“Le sue frequentazioni e la competenza acquisita in veste di malato – aggiunge Baldanzi, PhD in Storia moderna e cultore della materia in Storia della medicina – lasciarono tracce profonde nella sua esperienza biografica e letteraria, influenzando a tal punto il suo lavoro che alcuni studiosi hanno suggerito una stretta correlazione tra il suo genio creativo e i disturbi di cui soffriva, in particolare insonnia e asma”.

Nella storia clinica di Proust, occupano varie pagine, infatti, varie condizioni patologiche: nevrastenia, ansia, palpitazioni, mal di testa, disturbi di stomaco, febbre da fieno, insonnia, difficoltà di parola, vertigini, artrite e periodi di rialzo termico alternati a periodi di defervescenza. L’uso di fumigazioni – con polveri e sigarette antiasma – aggravò ulteriormente il suo già irregolare regime terapeutico, provocando almeno due gravi episodi di avvelenamento accidentale.

Nell’ottobre del 1922, Proust contrasse l’influenza che un mese dopo si rivelò fatale, in quanto viveva in una stanza non riscaldata, usando solo borse dell’acqua calda e vestiti di lana: intanto, scriveva, stando sdraiato ininterrottamente per ore e ore, sottoponendosi a un impegno eccessivamente gravoso per le sue condizioni di salute.


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