Unifi inserita nel registro mondiale dei musei di storia naturale

La realtà espositiva dell'Ateneo è l'unica a rappresentare l'Italia nell'indagine pubblicata su Science che ha coinvolto oltre 70 musei ed erbari da tutto il mondo.

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze è stato inserito tra i 73 musei ed erbari chiamati a partecipare all’indagine condotta dallo Smithsonian Museum di Washington e dall’American Museum of Natural History di New York. I risultati della survey, pubblicati in un articolo su Science dal titolo “A global approach for natural history museum collections” (DOI: 10.1126/science.adf6434), costituiscono il primo tentativo di realizzare un registro globale delle collezioni naturalistiche. I musei, infatti, hanno spesso agito come organizzazioni indipendenti, ma questo nuovo approccio mira a un catalogo complessivo composto dalle collezioni di tutti i musei del mondo.

L’indagine, svolta attraverso una serie di sondaggi alle strutture coinvolte, ha operato una catalogazione su collezioni di tipo zoologico, botanico, geologico, paleontologico e antropologico. Suddivisa in 19 categorie e 16 regioni terrestri e marine che coprono la totalità del Terra, la mappatura degli oggetti conservati da musei ed erbari coinvolti nello studio raggiunge dimensioni imponenti, per un totale di 1,1 miliardi di reperti censiti. Oltre a fornire una fotografia sullo stato dell’arte dei più grandi musei del mondo, è il primo passo verso la creazione di una strutturata rete museale globale, capace di colmare le lacune tassonomiche e geografiche, nonché di orientare gli studi futuri in materia di biodiversità, sostenibilità e cambiamento climatico.

Unico rappresentante italiano delle strutture considerate dall’indagine, appartenenti a 28 Paesi del globo, il Museo di Storia Naturale Unifi – che fa parte del Sistema Museale d’Ateneo – rappresenta uno dei più grandi d’Europa ed è punto di riferimento a livello nazionale in virtù delle sue dimensioni e della particolarità dei reperti conservati, i quali in alcuni casi hanno permesso conoscenze uniche su determinate zone del pianeta.

Ne sono un esempio i reperti – rocce e fossili – e le foto di tipo geografico, geologico e antropologico provenienti dalla spedizione capitanata da Filippo De Filippi nella regione himalayana del Karakorum avvenuta nel 1913-14, raccolti da Giotto Dainelli e custoditi nel Museo di Geologia e Paleontologia. Al Museo di Antropologia ed Etnologia sono esposti reperti che illustrano gli usi e i costumi dei popoli, come gli oggetti frutto della spedizione di James Cook in Polinesia e in America Artica o quelli relativi alla vita della popolazione Ainu raccolti da Fosco Maraini nell’isola di Hokkaido in Giappone. Intere sale, inoltre, sono dedicate agli Indiani d’America, alla Lapponia, alla Siberia e all’Indonesia.

Il Museo della Specola ospita al suo interno collezioni zoologiche di grande valore, come i reperti appartenuti a Giovanni Targioni Tozzetti, la raccolta della Marchesa Paulucci relativa ai molluschi terrestri d’Italia e la Collezione Centrale di Vertebrati Italiani fondata da Enrico Hyller Giglioli. Sempre la Specola, poi, accoglie le più importanti collezioni al mondo di mammiferi, rettili e anfibi della Somalia, raccolte tra gli altri da Benedetto Lanza e Alberto Simonetta. Importantissimi anche i fogli d’erbario, attualmente stimati in circa 5 milioni di esemplari, custoditi nel Museo di Botanica: fra di essi la collezione appartenuta a Odoardo Beccari, con exsiccata – fogli sui quali vengono poste piante seccate e ordinate a scopo di studio – raccolti nel XIX secolo nelle isole indo-pacifiche.


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