Unifi inserita nel registro mondiale dei musei di storia naturale
La realtà espositiva dell’Ateneo è l’unica a rappresentare l’Italia nell’indagine pubblicata su Science che ha coinvolto oltre 70 musei ed erbari da tutto il mondo.
La realtà espositiva dell’Ateneo è l’unica a rappresentare l’Italia nell’indagine pubblicata su Science che ha coinvolto oltre 70 musei ed erbari da tutto il mondo.
Coordinato dal SAGAS, il progetto HUMA esaminerà i siti archeologici degli altopiani etiopi e quelli delle pianure somale.
Nel sito archeologico in Georgia sono stati scoperti i più antichi resti del licaone eurasiatico. Dalle evidenze fossili emerge traccia di un complesso comportamento sociale di questi animali.
Non solo cavalli, ma anche zebre e asini fanno parte di un’unica linea evolutiva. Lo hanno scoperto i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, anche grazie ai reperti del Museo di Geologia e Paleontologia.
Rende onore al decano di Paleontologia dei vertebrati del Dipartimento di Scienze della Terra, Lorenzo Rook, il nome scientifico della nuova specie di volpe identificata da un giovane assegnista di ricerca Unifi.
Scoperto nel Veneto il più grande esemplare conosciuto della specie delle Cipree. Lo studio della conchiglia fossile, ad opera del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo fiorentino e dell’Università di Padova e pubblicato su Scientific Reports, apre a nuove conoscenze del fenomeno del gigantismo in natura e anche sulle conseguenze del riscaldamento globale.
La ricostruzione in 3D dei resti di un cranio di coccodrillo, ritrovato ad As Sahabi (Libia) e conservato per quasi un secolo a Roma, ha permesso di identificare nel rettile sahariano l’antenato degli attuali coccodrilli americani. I risultati dello studio, partecipato da Unifi, sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
Il docente dell’Ateneo fiorentino è stato premiato per la qualità della produzione scientifica
Un nuovo metodo per correggere le deformazioni di campioni fossili si avvale di complessi algoritmi e del confronto con reperti non deformati. E’ il risultato di uno studio internazionale a guida Unifi, pubblicato su Frontiers in Earth Science.
Nello studio coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra e pubblicato in open access una modalità innovativa per vedere i fossili in digitale.