Didattica innovativa, un MOOC sullo studio microscopico dei tessuti

Curato da Daniele Bani del Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, nell’ambito del progetto ALM@-DEH

È il primo dei massive open online courses (MOOC) realizzati dall’Università di Firenze, nell’ambito del progetto ALM@-DEH, in area biomedica.  “Lo studio microscopico dei tessuti”, sfruttando l’unicità della piattaforma di imaging e il ricco patrimonio di strumenti e di competenze del Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, offre una prospettiva particolare a studenti e professionisti sia in fase di formazione che di aggiornamento.

Della genesi e struttura del MOOC –  tra i prodotti più avanzati, gratuiti e aperti a tutti, dell’offerta didattica innovativa che Unifi sta realizzando – parliamo con Daniele Bani, docente di Istologia ed embriologia umana, che ne ha curato la realizzazione.

Come nasce l’idea del corso online dedicato allo studio microscopico dei tessuti e quali esigenze si sono volute intercettare?

Spesso nei nostri corsi siamo costretti a trattare piuttosto velocemente aspetti che riguardano gli strumenti e le tecniche con cui si studia la forma – e quindi poi anche la funzione – dei diversi tessuti. Allo stesso tempo, nel nostro laboratorio disponiamo di una piattaforma dipartimentale di imaging, con personale di grande competenza sulle metodiche di indagine microscopica. In particolare gestiamo microscopi di notevole complessità e valore, a disposizione del nostro e di altri dipartimenti ma anche di utenti esterni. Ci è sembrato quindi utile mettere a disposizione questo bagaglio di conoscenze per far conoscere questi strumenti, gli output che possono produrre per la ricerca e a fini diagnostici. Penso in particolare agli studenti che hanno bisogno di acquisire dimestichezza con i criteri per identificare un tessuto ed eventualmente enucleare i suoi caratteri diagnostici.

Quali competenze fornisce il corso?

Nella prima parte del corso si acquisisce una maggiore conoscenza degli strumenti che si impiegano nelle indagini morfologiche, anche in termini delle tipologie di immagini interpretabili che ogni strumento è in grado di produrre.

La seconda parte del MOOC è incentrata sull’analisi della morfologia dei diversi tessuti del corpo umano: imparare a riconoscere le caratteristiche normali di un tessuto può essere molto utile quando ci si trova davanti una forma che è invece stata alterata dalla malattia, come avviene ad esempio nel campo della diagnostica istopatologica. 

Il corso presenta un patrimonio d’eccezione dell’Ateneo fiorentino, rappresentato dalla ricchissima dotazione strumentale legata alla microscopia: come avete affrontato questa sfida?

Abbiamo creato una prima parte testuale e un video nel quale è possibile vedere lo strumento in azione e le immagini che è in grado di produrre, inclusa la loro elaborazione. Abbiamo cercato di offrire una panoramica il più possibile esaustiva.

Che profilo ideale dovrebbe avere chi si iscrive e quali prerequisiti sono consigliati?

Il corso è stato pensato per una platea vasta, perché la morfologia dei tessuti del corpo umano e delle loro strutture è tra le materie fondanti del cosiddetto biennio preclinico ed è tra le materie di base di molti corsi di laurea ricompresi nella Scuola di Scienze della salute umana, ma non solo. Questo materiale è anche di interesse per la formazione continua degli specialisti in anatomia patologica, o di altri professionisti come tecnici di laboratorio che possono conoscere le nuove frontiere della microscopia.

Tra i punti di forza del corso, quali ritiene più distintivi rispetto ad altre proposte formative sullo stesso tema?

Il corso ha sicuramente il plus di potere utilizzare un vastissimo repertorio di immagini che derivano dal patrimonio di preparati microscopici  che l’Istituto di istologia – fondato gli inizi degli anni ‘60 dal nostro maestro Enrico Allara, uno dei primi professori di istologia in Italia – ha a disposizione. Una sorta di viaggio nel tempo, insomma, quando ancora le indagini microscopiche si avvalevano di tecniche pionieristiche. Altrettanto unico è il nostro laboratorio, che assomma un ricco patrimonio di strumenti e di competenze.

Se guarda al futuro, come immagina l’evoluzione della formazione in microscopia: quali tecnologie o approcci potrebbero influenzarla nei prossimi anni?

Facendo un parallelismo con la Medicina – che si sta avviando verso la cosiddetta “medicina personalizzata” – anche l’indagine microscopica nel prossimo decennio andrà verso tecniche che utilizzano sonde molecolari per riconoscere specifici bersagli in un prelievo bioptico di un paziente e riescono a identificare con estrema precisione una specifica molecola in una specifica posizione all’interno della cellula o del tessuto. Questo, sommato al contributo che potrà dare l’intelligenza artificiale nell’ottimizzare le immagini digitali, renderà quotidiano quello che sembra fantascientifico, mentre strumenti sempre più precisi e combinati assieme aumenteranno ulteriormente la potenza delle analisi.

Il MOOC, grazie alla tecnologia e alla struttura modulare, è ottimizzato per una fruizione sequenziale ma anche per una consultazione successiva, che può avvenire anche per temi o referenze. L’attestato di partecipazione può essere – a discrezione dei docenti e dei gestori dei singoli percorsi – legato all’acquisizione di crediti formativi.

 

Elena Elia

 


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