Due prototipi destinati al miglioramento delle operazioni di soccorso nei più svariati contesti di emergenza. Li ha messi a punto l’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura, di cui è responsabile scientifica Laura Giraldi, nell’ambito del progetto Horizon 2020 “Search & Rescue”, che vede la partecipazione di 28 partner di 12 paesi europei sotto il coordinamento della National Technical University di Atene.
Il primo prodotto testato è il prototipo di un’uniforme per soccorritori realizzata con tessuti in grado di proteggere l’operatore da diversi fattori di rischio, come fuoco, agenti chimici e biologici. La divisa – composta da giacca, salopette, smart t-shirt e smart leggings – è stata progettata anche per monitorare lo stato di salute del soccorritore e i parametri ambientali dello scenario e permette di rendere facilmente visibili e identificabili gli operatori negli scenari di disastro.
Il secondo, è un dispositivo di primo soccorso per i bambini: una piccola barella caratterizzata da elementi imbottiti per favorire contemporaneamente l’immobilizzazione e il comfort psico-fisico e emozionale dei piccoli e metterli più facilmente in sicurezza dallo scenario di disastro. Si adatta ai bambini dagli 0 ai 3 anni e può ospitare accessori per il monitoraggio dei parametri vitali. “Si tratta – spiega Giraldi – di un nuovo dispositivo di salvataggio progettato per la prima volta ad hoc per un preciso utente e uno specifico scenario”.
“Il progetto si concluderà nel 2023 – aggiunge Giraldi – ma i prototipi sono già stati testati con successo ad aprile in Sicilia, durante un’esercitazione del team europeo del progetto, che ha permesso di ricreare un realistico contesto di intervento di salvataggio di vittime sotto le macerie”.