Le alterazioni di gusto e olfatto, che costituiscono un sintomo precoce del Covid-19, potrebbero essere un indicatore utile per misurare la diffusione dell’epidemia nella popolazione e l’efficacia delle misure adottate per contenerla.
Lo indica una ricerca pubblicata su Nature Communications, a cura del network internazionale Global consortium for chemosensory research, attivo nello studio delle relazioni fra Covid-19 e alterazioni dell’olfatto e del gusto. Il lavoro è il frutto dell’analisi dei dati relativi ad un questionario online messo a punto dal network per misurare i cambiamenti di percezione intervenuti nel tempo in relazione ad alcuni sintomi respiratori. La rilevazione ha coinvolto tra marzo e maggio 2020 quasi 5000 persone in Francia, 1200 in Italia e 750 in Gran Bretagna. L’Ateneo fiorentino ha partecipato alla ricerca grazie al Laboratorio di Analisi Sensoriale (SensoryLab), partner del network (“Smell and taste changes are early indicators of the COVID-19 pandemic and political decision effectiveness” https://doi.org/10.1038/s41467-020-18963-y )
“La ricerca – spiega Sara Spinelli, coautrice della pubblicazione insieme a Caterina Dinnella ed Erminio Monteleone del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) – segnala che un aumento dell’incidenza di improvvisi cambiamenti di odore e gusto nella popolazione generale può essere interpretato e utilizzato come indicatore della diffusione del COVID-19 nella popolazione e può anticipare i picchi di altri indicatori. Tenuto conto – proseguono i ricercatori – che i partecipanti al sondaggio hanno dichiarato cambiamenti dell’olfatto e del gusto appena 3 o 4 giorni dopo i primi sintomi respiratori, si può ipotizzare la misurazione di questo parametro attraverso questionari online come un mezzo semplice ed economico per implementare metodi di sorveglianza su larga scala, oltre ai test virologici”. La raccolta di informazioni online sui cambiamenti nell’olfatto e nel gusto da parte dei singoli (anche in modo retrospettivo) può inoltre essere una metrica preziosa dell’efficacia delle strategie di riapertura relative alla pandemia di COVID-19 e uno strumento utile per prendere decisioni in termini più o meno restrittivi. “Infatti – segnalano ancora i ricercatori -, immediatamente dopo il lockdown, sia Italia che Francia – Paesi che avevano adottato una quarantena più rigida rispetto ad altri – hanno sperimentato una diminuzione più rapida sia dei cambiamenti di gusto e olfatto auto-riportati che dei sintomi del COVID-19. Al contrario, nel Regno Unito, il numero di persone che hanno segnalato sintomi ha mostrato una diminuzione più lenta”.