L’irrigazione dei campi nel 2050
Il ricorso alle acque reflue per l’agricoltura con tecniche innovative è al centro di un progetto europeo coordinato dall’Ateneo fiorentino
Il ricorso alle acque reflue per l’agricoltura con tecniche innovative è al centro di un progetto europeo coordinato dall’Ateneo fiorentino
L’esperimento dei ricercatori del Dipartimento di Biologia pubblicato sulla rivista Journal of Hazardous Materials documenta i danni allo sviluppo delle piante coltivate.
La giovane studiosa fiorentina ha elaborato un progetto sulla ricostruzione sociale post emergenza che ha interessato la provincia di Rieti nel 2016 dopo il sisma
L’azione di trasferimento dell’innovazione è firmata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali nell’ambito di un progetto europeo
Una ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra propone un approccio innovativo per studiare i bacini fluviali, con l’obiettivo di capire i meccanismi che possono condurli a cambiamenti irreversibili, dal punto di vista geochimico.
Un progetto applicativo della ricerca del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali ha portato alla realizzazione di un prototipo di frutteto biologico che si propone come nuovo modello produttivo. Con la collaborazione del Comune di Calenzano e il contributo di Fondazione CR Firenze.
La pelle della trota iridea contiene molti più omega-3 degli stessi filetti del pesce e si candida ad essere un prodotto di interesse alimentare. Lo rivela una ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali condotta insieme all’Ateneo di Udine.
Il primo studio genomico sui fagioli antichi, di cui ha fatto parte l’Ateneo, rivela che tra 600 e 2500 anni fa gli antichi agricoltori delle Ande selezionavano i legumi, preservando la variabilità genetica.
La sostenibilità della produzione agroalimentare passa anche da specifici batteri che entrano in simbiosi con le piante e sono capaci di trasformare l’azoto atmosferico in ammonio, rendendo inutili i fertilizzanti chimici. Uno studio del Dipartimento di Biologia spiega perché le simbiosi funzionano meglio con determinati batteri piuttosto che con altri.
I risultati preliminari di uno studio dell’Ateneo ribaltano una convinzione ancora molto diffusa e offrono un’indicazione utile per una scelta consapevole nel rispetto dell’ambiente