E’ iniziato presso il Museo di storia naturale e il Dipartimento di scienze della terra l’esame dei materiali raccolti nel corso della missione scientifica svolta in Iran nella primavera del 2017 e da poco arrivati da questo paese, dopo un lungo e complesso percorso autorizzativo.
L’Ateneo fiorentino ha fatto da capofila all’importante missione scientifica nell’ambito di un accordo di cooperazione scientifica internazionale con l’Iran, siglato nel febbraio 2015. La missione, organizzata dal Museo di Storia Naturale e dal Dipartimento di Scienze della Terra, aveva l’obiettivo di raccogliere nuovi esemplari di meteoriti, piante e animali per incrementare le collezioni del Museo e approfondire le conoscenze sull’origine del sistema solare e sulla biodiversità di una delle aree desertiche finora meno conosciute al mondo.
Alla missione hanno preso parte esperti di varie istituzioni nazionali ed internazionali , tra cui Vanni Moggi Cecchi e Lorenzo Cecchi, conservatori del Museo, Giovanni Pratesi del Dipartimento di Scienze della Terra, Mario di Martino dell’Osservatorio Astronomico di Torino (Istituto Nazionale di Astrofisica), Gabriele Giuli dell’Università di Camerino, Romano Serra dell’Università di Bologna e Majid Nemati dell’Università Shahid Bahonar di Kerman (Iran).
I risultati della campagna sono particolarmente promettenti: sono stati infatti raccolti in totale 143 frammenti di meteoriti per un peso complessivo di 3670 grammi, alcuni dei quali superiori ai 200 grammi; circa 150 campioni di piante e alcune decine di reperti zoologici quali insetti, aracnidi, molluschi e parti di sauri che ne permetteranno uno “screening” genetico.
Tra i reperti più interessanti figurano numerose meteoriti condritiche (le più primitive, cioè quelle formate per prime nel processo di creazione del sistema solare), diverse specie endemiche o subendemiche di Acacia e Tamarix, una di Heliotropium, una di Trichodesma e il tessuto del sauro endemico Rhinogecko misonnei per analisi genetiche.
La missione è stata la prima tappa della collaborazione scientifica con l’Iran che proseguirà nel 2018 con un’altra campagna congiunta.